Una
bella sintesi di Domenico Valenza per ricordare un sistema educativo
esportato nel mondo e purtroppo poco usato e conosciuto nel nostro
paese: La scuola di Reggio Emilia.
# Nella scuola di Reggio
Emilia, ideata da Loris Malaguzzi, i bambini passano molto tempo
all’aperto, visitano i luoghi più svariati e anche a scuola possono
disporre di vari materiali. Gli educatori sollecitano i bambini a
lavorare a progetti significativi, l’impegno fa sì che essi diventino
più competenti e riescano a produrre qualcosa di apprezzato e che li
renda orgogliosi di sé. I genitori si incontrano spesso per parlare
della creatività dei loro figli, dei progetti didattici.
Uno
dei principi ispiratori di questa scuola è “niente senza gioia”; si fa
di tutto perché la scuola sia un piacere per i bambini fin dal primo
giorno. Ai bambini vengono offerte molte opportunità perché la loro
creatività possa esprimersi offrendo loro gli strumenti necessari
(amore, solidarietà, ecc.). Il programma è costruito non tanto sulle
materie, quanto piuttosto intorno a progetti che comportano uno sforzo
collettivo di pensieri e creatività. I bambini devono immergersi
completamente in una attività e imparare a lavorare in gruppo.
Una caratteristica di tale scuola è che i progetti attingono a diversi
linguaggi: musicale, spaziale, corporeo e non solo ai due tipi di
intelligenza, cioè linguistica e logico-matematica; nella vita sono
richiesti anche altri tipi di capacità. Pertanto occorre che la scuola
si preoccupi di fornire una più vasta gamma di capacità e valorizzi
tutti i diversi tipi di intelligenza. Spesso, in realtà, la scuola
invece di sollecitare la creatività nei bambini, la inibisce.