Fuori dal gregge, una
pecora arcobaleno per dire NO agli stereotipi di genere
E' lei, la pecora filosofa Theodor Adorno
di nazionalità tedesca, a dirci:
"La libertà non sta nello scegliere
tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”
Le Pecore Filosofe nascono da un desiderio di provocazione
filosofica, invitando quell'animale che per definizione è il simbolo di chi
non pensa con la sua testa ad uscire dal gregge cercando nuove
angolazioni da cui guardare alle cose, prendendo le distanze dal pensiero
unico che non ammette sfumature ma ama restare in superficie, e trovando il
coraggio di esprimere e difendere le proprie idee, non in maniera solipsistica
o narcisistica, ma restando dentro e fuori il proprio gregge allo
stesso tempo. Aspetto, questo, non secondario, che anzi rappresenta la parte
più difficile nel processo di costruzione della propria identità: la ricerca di
equilibrio tra il desiderio di approvazione all'interno di un gruppo
("gregge") e l'istinto di affermare se stessi al di fuori di ruoli
precostituiti.
Nel mondo delle Pecore Filosofe il
concetto di pecora nera, simbolo del negativo, prigione di significati
che condannano la diversità e riassunto di una realtà che vede come positivo
tutto ciò che rientra nei luoghi del noto ed è accettato da tempo e da molti,
acquista una nuova dignità, che non si riduce alla semplice accettazione, ma
che restituisce al pensiero critico e alla diversità, intesa come unicità di
ogni singolo individuo, un valore formativo ed auto formativo. La “pecora nera”
suggerisce il valore che il coraggio delle proprie idee ha nella costruzione (e
ricostruzione) dell'identità, nella presa di coscienza di ciò che siamo e del
senso che assume per noi la vita. Un coraggio che può però nascere ed avere un
valore solo dal confronto all'interno del gregge, che perde anch’esso la
sua etichetta negativa per trasformarsi in contenitore di differenze,
palcoscenico di prospettive, palestra di sguardi sul mondo; a patto che ogni
pecora del gregge scelga di vestire i panni di pecora nera e con la
speranza che un giorno il colore di ogni pecora diventi una questione
irrilevante.
La Pecora Arcobaleno rappresenta l'evoluzione della pecora
nera che, una volta affermata la sua differenza come costitutiva della sua
unicità, deve poter trovare il suo posto tra tutte le sfumature, tutti i modi e
tutti i mondi possibili (direbbe la pecora Leibniz), portando così nel gregge
un messaggio importante: che la libertà non è un concetto chiuso e
autodefinito, ma un valore costruito e nutrito con altri valori, come il
rispetto, la tolleranza, l'accoglienza, la relazione, il confronto, lo scambio,
l'apertura. Fino a quando ignoreremo questo, non saremo davvero liberi ma
schiavi dell'illusione di libertà.
L'ideatrice è Maria Luisa Petruccelli
Consulente filosofico, si
occupa da quasi dieci anni di formazione e della diffusione delle pratiche
filosofiche attraverso la realizzazione di progetti rivolti ai gruppi, e di
percorsi mirati rivolti alla persona. Nel 2007 ha organizzato il primo Caffè
Filosofico a Lecce. E' docente di pratiche filosofiche presso il Centro di
Formazione psicofilosofica di Milano e socia del centro di ricerca e consulenza
filosofica Finis Terrae di Novara. Le sue aree principali di ricerca sono la narrazione
di sé, in particolare nel suo rapporto con la musica (colonna sonora dei
ricordi), l'empatia nel counseling filosofico e più in generale nei
rapporti interpersonali, il rapporto tra cinema e filosofia. Le
Pecore Filosofe sono buffi pupazzi
che realizza personalmente utilizzando lana e paste sintetiche. Ogni pecora
porta il nome di un filosofo ed è dotata
di un cartellino si cui è riportato il pensiero di quel filosofo.
L’idea delle pecore filosofe nasce dal
desiderio di riportare la filosofia nel quotidiano risvegliando l’abitudine a
riflettere su di sé per migliorare la qualità della propria vita attraverso un
senso del filosofare ludico e democratico.
Le Pecore Filosofe, ci dice l’autrice, “saranno
presto una serie di storie scritte con un linguaggio semplice, adatto ai
bambini, perché la filosofia possa guidarli in una crescita consapevole,
attraverso il confronto tra più punti di vista”.
Ufficio Stampa
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