di Paola Bisconti
La straordinaria bellezza artistica dell'opera collocata
all'ingresso di Cavallino, zona campo Bisanti, appare come un inno all'arte.
L'immagine del cavallo rampante è un acuta intuizione del giovane artista Isaia
Zilli il quale nella maestosità della statua – alta sette metri e pesante circa
due tonnellate – si è ispirato alle prime immagini realizzate dall'antica
popolazione messapica. Non a caso sulla base marmorea, dove poggiano le zampe
del puledro, vi è un passo dell'Eneide dal quale emerge la passione dei
messapi, abili domatori di cavalli.
La visione della statua rimanda a pensieri di libertà, a
battaglie vinte, alla natura che esplode nell'alchimia tra flora e fauna. Si
sogna, quindi, osservando l'opera ma il giovane autore ha i piedi ben saldi alla
realtà. Ed è tale connubio tra creatività e professionalità, intraprendenza e
responsabilità che rendono Isaia un artista su generis. Di certo ha
compreso pienamente l'insegnamento del padre, Ferruccio, anch'egli noto nel
settore, il quale da uomo saggio qual'è ci ricorda che la vita non è fatta da
grandi progetti ma da piccole intuizioni. Sono state proprio queste ultime a
consentirgli di raggiungere importanti traguardi. I riconoscimenti e gli
apprezzamenti ricevuti anche fuori dai confini europei sono senza dubbio motivo
di orgoglio.
Durante una piacevole chiacchierata Isaia ci parla della sua
arte figurativa e dell'intenzione di rispettare i canoni arcaici per la
realizzazione dell'opera composta da un'intelaiatura esagonale a sua volta
rivestita da piccoli pezzi assemblati fra loro, una tecnica simile alla
cartapesta. Dal lavoro certosino è nata una scultura la quale arricchisce di
pregio Cavallino già conosciuta perchè sede del Museo Diffuso nonché dell'area
archeologica.
Cosi dai messapi si è giunti ai borboni e altre ancora
dinastie ha visto susseguire Cavallino attuando radicali cambiamenti fino a
vivere l'era “gorgoniana”. Un periodo che ha regalato al paese la dicitura città
d'arte. I meriti però è giusto darli a coloro i quali hanno permesso il miglioramento
ossia a chi ha fatto della cultura e con sé l'arte una propria ragione di vita.
Isaia Zilli ne è l'esempio.
Uno dei momenti durante l'istallazione dell'opera |
Isaia Zilli |
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