mercoledì 26 dicembre 2012

Il piacere di leggere e come non ucciderlo


Leggere non è solo decodificare i segni tracciati sulla carta: significa vivere infinite vite e storie, immergersi e riflettere sulle vicende virtuali dei personaggi per comprendere meglio noi stessi. Leggendo insieme ad altri e discutendo di quanto abbiamo letto, la comunicazione diviene poi un mezzo di conoscenza collettivo.
Come si guida al piacere della lettura nelle scuole italiane? Ancora oggi si continua a proporre un solo libro di narrativa per tutta la classe, a cui si fanno seguire analisi, verifiche sulle comprensione del testo attraverso schede preconfezionate. Per Chambers il problema fondamentale è proprio quello della scelta, che va messa in relazione alle capacità del giovane lettore ma anche ai suoi interessi.
L’insegnante, come «facilitatore», deve pertanto conoscere bene il mondo del lettore, bambino o adolescente che sia, i suoi pensieri, comportamenti, desideri. A questo deve aggiungere una conoscenza approfondita della letteratura contemporanea, per offrire quei testi in cui i ragazzi possano ritrovare se stessi e il loro mondo. Testi in cui potranno riconoscersi perché i protagonisti pensano, agiscono e si comportano come loro.
Leggere è importante? Secondo Aidan Chambers, che alla scrittura e alla critica letteraria ha dedicato tutta la sua attività, ogni bambino, imparando a leggere e a parlare dei libri che legge a scuola, potrà conservare sia l’amore per la lettura che la capacità di comunicare in modo appropriato ed efficace.
Partendo dunque da questo presupposto, l’autore propone il suo «approccio», più che un metodo sistematicamente definito che ogni insegnante può applicare adattandolo ai propri alunni, grazie alle informazioni pratiche per condurre un incontro a scuola, alle diverse tecniche e ai suggerimenti per guidare i bambini a esprimersi nel modo migliore.
Chambers si sofferma soprattutto sui diversi criteri di scelta delle letture, sulle domande e le frasi chiave per avviare e far procedere la lettura coinvolgendo anche i non lettori.
Arricchito da esperienze e approfondimenti a cura di Maria Pia Alignani e da un saggio introduttivo di Livio Sossi sugli elementi fondamentali della scrittura per ragazzi, questo manuale è indispensabile per gli insegnanti della scuola elementare e media, ma anche per gli studenti universitari di Scienze dell’educazione.

Cara maestra,




La mia maestra -  immagine di Vesna Benedetic
Essere insegnante, oggi, risulta  molto faticoso, a causa di classi numerose in ambienti molto ristretti, condizione che rende un po' tutti irritabili, sia grandi che piccoli. Un presupposto, però, che non deve permetterci di perdere di vista il benessere dei nostri bambini. Nostri, perché è di tutti la responsabilità di accompagnarli serenamente nella loro crescita.
In un percorso educativo che mira ad educare alle regole di una convivenza civile, non si dovrebbe "urlare" o usare metodi drastici come l'uso del  fischietto: sarebbe una sconfitta della scuola.
Creare un ambiente positivo dovrebbe essere l'obbiettivo principale a cui si dovrebbe mirare per tramutare la Scuola del Disagio in Scuola del Benessere.
Maggiore apertura dell'istituzione scolastica con le famiglie, potrebbe essere una strada praticabile, sensata per superare insieme gli ostacoli dettati da un paese che poco investe nell'Educazione.
La scuola siamo noi ed è giusto incontrarci, conoscerci, mettere a disposizione della comunità scolastica le nostre risorse, promuovendo iniziative che possano coinvolgere e rendere partecipi i genitori. Sostenendo laboratori creativi, di lettura, incontri condotti da esperti di educazione per mettere in discussione tutte quelle dinamiche che impediscono la realizzazione di una Scuola Positiva, per abbassare i livelli di stress dovuti alle aspettative di risultati didattici che, spesso, non considerano l'importanza del percorso.
Meno competizione e maggiore valorizzazione della persona, rispettando i tempi e le capacità di ciascun bambino perché nessuno sia penalizzato, punito o sgridato...ma ascoltato, guidato e sostenuto.
Educare alla gentilezza, è possibile... basterebbe già iniziare a sorridere di più perché non è colpa dei bambini se viviamo stati di frustrazione a causa dei tagli scolastici da parte del governo, non è colpa loro se ancora non conoscono le regole se non c'è chi gliele spiega dialogando ma le pretende urlando.
Basterebbe iniziare a mettersi nei panni dei più piccoli per comprendere quanto possa essere demoralizzante, avvilente, essere sgridati di fronte a tutti. Ci si sente soli, feriti, sbagliati, si vive uno stato di frustrazione profonda. 
Allora, come direbbe Gianni Rodari:
"Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?"

Milena Galeoto


da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/tempi-moderni/frase-39082>