domenica 25 gennaio 2015

BellaCiam!

Ciambella facile facile












Per semplificare la realizzazione di una buona ciambella, useremo come metro di misura, un bicchiere standard di plastica bianco della capienza di 100ml.

Ingredienti:

2 bicchieri e mezzo di farina 00
1 bicchiere di zucchero bianco semolato
1 bicchiere di latte
3 uova
125g di burro (normalmente sulle confezioni sono presenti le tacche che ne misurano la quantità)
1 bustina di lievito


Iniziate ad ammorbidire il burro nel latte caldo, nel frattempo lavorate lo zucchero con le uova (importanti le fruste elettriche) finché l'impasto non diventa spumoso, pian piano unite il latte col burro, lavorateli un altro po' e incorporate la farina dove avete messo la bustina di lievito, meglio setacciarli lentamente nell'impasto. 
Mescolate ancora tutto per un paio di minuti. 
Normalmente, mentre lavoro gli ingredienti, preparo già il forno a 180° gradi. 
Imburrate e infarinate una teglia da ciambella, se ce l'avete, altrimenti ci mettete nel centro un bicchiere o il sotto della moka e versate il composto. 
Vi uscirà una semplice ciambella  buona e profumata. 
Se volete la versione marmorizzata, separate l'impasto e in una metà, ci mescolate due cucchiai di cacao in polvere, così versate le due ciotole insieme, divertendovi a miscelare i colori. Una volta nel forno preriscaldato, ci vorranno 30 minuti di cottura. Vi assicurate se è pronta, infilando uno stecchino e se uscirà asciutto: buon appetito! 
Questa è la procedura base della ciambella che potete personalizzare, mettendoci vaniglia o cannella, o pezzettini di mele, o noci...etc.


Attention à nos enfants: educare alla convivenza.


Su Spagine vi racconto di un paese che tutela i bambini, consapevole di preservare il proprio futuro.

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sabato 10 gennaio 2015

Tango di Montréal

Tango di Montréal


Alle 7:30 la metropolitana di Montréal
è piena di immigrati
si alza presto
questa gente

quindi se il vecchio cuore della città
batte ancora
è grazie a loro

questo vecchio cuore stanco della città
con i suoi spasmi
i suoi soffi al cuore
e tutti i suoi difetti

e tutte le ragioni del mondo che avrebbe
di fermasi
di rinunciare.

Gérald Godin
(traduzione di M. Galeoto)



ph. Milena Galeoto





martedì 6 gennaio 2015

L'Epifania nella tradizione franco-quebecchese


Qui serait Roi?/Chi sarà Re?

Se dalle nostre parti, il giorno dell'Epifania, la nostra amata Befana porta ai bambini italiani una calza piena di dolci e piccole chincaglierie, qui a Montréal, i bambini festeggiano questa giornata con la Galette de roi, dove all'interno di una porzione è ben nascosta una figurina, una fève (fava) nella trazione, e il bimbo che la troverà sarà eletto Re o Regina per un giorno.
Un dolce gustoso e semplice da realizzale

Ingredienti necessari

2 dischi di pasta sfoglia

· 3 uova intere ed 1 tuorlo
· 130 gr. di zucchero a velo
· 100 gr. burro a temperatura ambiente
· 60 gr. di farina
· 150 gr di farina di mandorle
· Mezza stecca di vaniglia

Per la crema marzapane:

Amalgamate lo zucchero a velo e il burro a pezzetti fino a che il composto diventa chiaro e cremoso, incorporando una ad una le 3 uova e i semi di vaniglia. A parte si mescola la farina 00 con la farina di mandorle per aggiungerla al composto precedente.

Adagiate il primo disco di pasta sfoglia in una tortiera dove avrete ben disposto un foglio di carta da forno, sistemate la crema di marzapane lasciando un bordo di due centimetri e in una parte di essa nascondeteci una figurina o una fava, bagnate un po' il bordo e ricoprite tutto con l'altro disco di pasta sfoglia, premendo leggermente, al fine di unire i due dischi di pasta.
Disegnate con la punta di coltello una raggiera, una scacchiera o le decorazioni che meglio pensate di fare.

Lasciate infine riposare il dolce per almeno un paio d'ore in frigo.

Successivamente, spennelateci sopra un tuorlo d'uovo sbattuto e infornatelo a 170/180° per 30 minuti

                                                     Bon Appétit et bonne chance au futur roi!
 



domenica 4 gennaio 2015

A Montréal mangi italiano

da Spagine

di Milena Galeoto


“Mamma, che voglia di lasagne che ho!”
Con queste parole l’ultima domenica dell’anno passato, mi sveglia la mia dolce bambina a seimila chilometri dal nostro paese, dove per fare questo piatto, hai già in mente dove andare a procurarti gli ingredienti: a pochi metri da casa. Così, non mi perdo d’animo per realizzare uno dei piatti tipici nostrani che accompagnano i giorni di festa.
Dopo una bella colazione (canadese!) con pancake e succo d’acero, un caffè per me, che qui ormai chiamo tisana alla caffeina, pensiamo bene di recarci nella nostra amata “Petite Italie”, alla ricerca di lasagne, parmigiano (che non è il parmesan!), salsa di pomodoro e tutti gli ingredienti necessari  “made in Italy”.
Arrivate a bouvelard St-Laurent, la strada che congiunge tutte le maggiori comunità del mondo che si suddividono in quartieri, abbiamo preso il bus 55 che ci lascia proprio d’avanti al nostro amato  supermarket “Milano”, nel cuore del quartiere italiano. Un luogo dove la tipica esposizione gastronomica all’italiana, bella, ricca e generosa di prodotti, ti sazia a prima vista! Come una bedda matri che ti accoglie a braccia aperte in una casa che profuma di buono, e dove le papille gustative prendono parola per esclamare in coro un “mmmmh!”

Che meraviglia attraversare i corridoi traboccanti di prelibatezze caserecce: paste di tutti i formati, pomodori in tutte le salse e immagini di forzute massaie con le mani sui fianchi, come a dirti: “adesso si mangia sul serio!”.
Per un attimo, perdo di vista Giorgia che ritrovo a bocca aperta davanti al tempio dei formaggi, con le manine sul vetro del banco frigo dove ci sono loro, i regnanti indiscussi del sapore: gigantesche forme di Parmigiano Reggiano.
Se dovessi rifarmi alla teoria darwiniana, direi che nel DNA di noi italiani è insito questo piacere del gusto e di fronte a monumenti della nostra cucina, non possiamo che restare in uno stato di contemplazione, che il Parmigiano ce lo mettono già nelle pappe dello svezzamento!
Proseguiamo il nostro viaggio incantato tra fusilli e rigatoni, salamini e tortellini, torroni e panettoni, vedendo negli occhi della mia piccola compagna d’avventure, vera beatitudine.
Ah, come ci si sente a casa quando dai banconi dei salumi vedi spuntare i sorrisi aperti di chi sa di possedere tesori nel regno dell’abbondanza. Quando appena girato l’angolo del reparto pasta, ti spunta qualcuno nel suo bel camice candido e retina accuratamente posta sulla testa, per offrirti una porzione di penne all’arrabbiaTTa (come dicono qui).
Oh yes, darling, tu puoi vivere da cinquant’anni in un altro paese, parlare a stento la lingua della tua infanzia, ma restare very italian quando si tratta di cibo, quello della tua tradizione, che come nelle parole di una preghiera, quelle restano nei secoli dei secoli (amen!).
Dopo aver riempito il carrello con gli ingredienti per il primo, il secondo, contorno e dessert (d’accordo, per i primi, i secondi e i desserts… per almeno un’italian week!), pagato in dollari canadesi, una sosta obbligatoria è al Caffè Italia, poco dopo Milano perché le mie papille riapprendano il gusto avvolgente di un vero espresso, pronte in un’ola di gioia.
Caso ha voluto che perfino la neve si sciogliesse questa domenica a Montréal (un evento eccezionale a fine dicembre, qui) per l’occasione, per donarci un clima familiare. E ogni volta che penso se mi manchi il mio paese, posso ammettere che quando lo porti nel cuore, riesci a ritagliarti una “Petite Italie” ovunque tu vada.
(Ph/Milena Galeoto)