martedì 30 maggio 2017

Intreccio di Luce

Intreccio di corda per far rivivere vasetti di vetro, ceramica come portacandele o per piante sospese. Di seguito, i semplici passaggi per realizzarli, poi a voi la scelta del materiale di riciclo per renderli ancora più originali. 
Ho preso tutto il materiale necessario: spago, forbici e vasetti di vetro di varie forme
Ho unito 8 fili della stessa lunghezza, circa 50 cm. Potete anche unire più fili, l'importante che siano di numero pari.
Li ho annodati a una estremità e separati tra di loro.
Li ho annodati ancora a due a due.
Ho unito due fili, ciascuno da ogni coppia annodata.
Ho realizzato i primi due giri di nodi
Ho usato il vasetto destinato a questo intreccio come guida per mantenere la stessa distanza tra i nodi.
Quattro giri di nodi, e il porta candele è stato realizzato.
Pronto per rendere magiche le nostre serate d'estate ♡



lunedì 27 marzo 2017

Saluti e baci


Dammi mille baci, poi cento poi mille altri, recita Catullo, se poi questi baci hanno il sapore di mandorle dolci, cioccolato e un sentore di arancia, ne chiederesti all'infinito.

Uno si chiederà se questo sia un blog di cucina, non in modo specifico ma al cibo sono legate delle storie e da italiana poi, la cucina rappresenta per me una bella cornice della mia quotidianità.

Come tutte le prelibatezze, anche questi dolcetti nascono dall'ingegno di chi è riuscito a trasformare quei pochi ingredienti ritrovati in dispensa, in piccoli prodigi, come la maggior parte dei piatti della nostra tradizione. Alcuni, diventati addirittura dei must della cucina italiana per merito di sviste, errori o per i pochi elementi racimolati in cucina.
Questo è il caso dei baci di dama, così chiamati per la forma simile a quella di due labbra che i due biscotti uniti dal cioccolato, conferiscono. Ma, considerata la grandezza pari a quella di una noce, da farteli assaporare in un sol boccone, il bacio potrebbe anche essere rappresentato dalla delicatezza dei sapori che si sprigionano amorevolmente in bocca.

Le origini di questi dolci sono piemontesi, intorno alla seconda metà dell'800, nati grazie alla creatività di un cuoco che, alla richiesta del re Vittorio Emanuele II di voler assaporare un nuovo dolce sfizioso, si adoperò a realizzarli con quello che aveva: mandorle, zucchero, burro, cioccolata e farina.

Gli ingredienti, infatti sono semplici da reperire, ma il procedimento richiede un po' di tempo e pazienza, ripagati sicuramente dai risultati.

Ho cercato tra le numerose ricette su internet che prevedono le stesse proporzioni per tutti gli ingredienti, mettendo giusto qualche grammo in meno di zucchero per esaltare meglio il sapore del cioccolato fondente, delle mandorle e di quel retrogusto d'arancia.

Cucinare mi rilassa molto e crea una bella atmosfera in famiglia, specie se ci sono dei bambini. E visto che mia figlia quest'anno a scuola è alle prese con le misure, suo è stato il compito di pesare i seguenti ingredienti:

150 g di  Farina
150 g di burro
150 g di mandorle 
150 g di cioccolato fondente 60% (La tradizione vuole quello gianduia)
110 g di zucchero semolato
La scorza grattugiata di un'arancia

Ho pelato le mandorle dopo averle messe in ammollo in acqua calda per circa 10 minuti, le ho asciugate con un panno e fatte tostare nel forno ventilato a 180° per circa 10 minuti.
Le ho frullate finemente insieme allo zucchero, finché non hanno raggiunto la consistenza di una farina.
A parte ho lavorato il burro ammorbidito con la farina e unito poi il composto di mandorle e zucchero, la buccia grattugiata di un'arancia, fino a quando l'impasto non è risultato liscio e omogeneo.
L'ho avvolto nella pellicola trasparente e riposto in frigo per un paio d'ore, come richiesto dal procedimento.
Dopo ho ripreso il panetto dal frigo, ho formato dei serpentelli del diametro di circa 2 cm, tagliandolo in segmenti anch'essi di 2 cm circa, formando tante piccole sfere, disposte sulla carta da forno, su vassoi che potessero entrare nel frigo, per riposare un'altra mezz'ora.
Ho trasferito le palline sul piatto da forno, l'ho posizionato nella parte centrale, scelto a 160°C°, modalità "statico". Ho atteso all'incirca 20 minuti, controllandole di tanto in tanto perché risultassero dorate. Durante la cottura, le palline assumono la forma di una calotta e, una volta raffreddate, è utile accoppiarle perché combacino bene.

Ho fuso il cioccolato a bagnomaria, l'ho lasciato raffreddare un po' perché diventasse bello denso da non far slittare le due semisfere e lasciare un bello strato tra di esse.
Una volta farciti, ho lasciato che il cioccolato si solidificasse (in frigo naturalmente si accelerano i tempi) e ho riposto i piccoli baci in un barattolo di vetro, pronti a deliziare il palato dei miei cari.

Saluti e BACI!